29 dicembre, 2020

Il tempo è un lusso

 Judy Wajcman, sociologa della London School of Economics, 

 

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In questi mesi, addirittura a livello europeo, sta prendendo piede una discussione a cui io plaudo molto e che seguo con interesse a proposito della cosiddetta “innovazione responsabile”. Nel concreto, se qualcuno fa domanda per una sovvenzione europea a favore di un progetto, quella persona deve essere in grado di dimostrare la propria responsabilità a livello etico e di rendere conto del valore sociale della propria idea. Credo che iniziare a discutere sulla tecnologia anche in termini di responsabilità etica sia fondamentale. Un’altra cosa che mi ha colpito è che oggi sembra essere di moda un’adorazione per gli algoritmi, si parla perfino di “governo algoritmico”. Eppure, dopo gli eventi legati al movimento Black Lives Matter, è stato appurato che alcuni algoritmi erano stati usati in maniera volutamente discriminatoria – ma direi che lo stesso sistema automatico del welfare system statunitense è tale da riprodurre implicitamente le disuguaglianze sociali vigenti nella società americana. Quindi anche in questo caso è importante discutere (al momento se ne parla più che altro a livello accademico) di “algoritmi etici”, che devono essere studiati, vagliati e valutati prima di essere applicati alle politiche governative per esempio, per fare in modo che non venga perpetrata discriminazione di nessun tipo.

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Per leggere l’intera intervista:

https://www.iltascabile.com/scienze/tirannia-tempo/

24 dicembre, 2020

Per un natale di resilienza

 Cura come progetto politico 

di Paolo Piacentini Presidente Federtrek e studioso di Aree interne 

È possibile trasformare in progetto politico il concetto di cura nell’abitare un territorio? Credo sia fondamentale.
Cura di sé stessi, degli altri, della comunità, dell’ambiente. Cura come costruzione di salute globale. Non può esistere un sistema in salute se alla base non si pone il principio fondamentale della cura. Del profondo valore culturale e politico di questo sostantivo femminile forse troppo abusato, ma pochissimo praticato, dovremmo avere maggiore consapevolezza.

Dare centralità alla cura quotidiana delle cose come presupposto che dà senso al nostro essere al mondo è la più grande rivoluzione possibile. 


14 dicembre, 2020

Coprogettazione e coprogrammazione modalità privilegiate di relazione tra sfera pubblica e privato sociale

La sentenza n. 131 del 2020: la pietra miliare nella storia del diritto 

Come abbiamo più volte ribadito negli ultimi mesi, la sentenza del 26 giugno 2020, n. 131, della Corte costituzionale rappresenta un punto di svolta nei rapporti tra la pubblica amministrazione e Terzo settore, in quanto dà pieno riconoscimento all’articolo 55 del Codice del Terzo settore e, in particolare, agli istituti della coprogettazione e della coprogrammazione come modalità privilegiate di relazione tra sfera pubblica e sfera del privato sociale.
Proprio per valorizzare la portata rivoluzionaria della pronuncia, e alla luce del successo del primo convegno nazionale sull’argomento organizzato il 26 ottobre 2020, Euricse ha voluto pubblicare le riflessioni dei relatori che rappresentano alcuni tra i massimi studiosi di Terzo settore. Oltre al presidente di Euricse, Carlo Borzaga, hanno partecipato all’iniziativa le docenti dell’Università di Trento Paola Iamiceli e Silvia Pellizzari – che è anche una delle curatrici del volume assieme a Borzaga -, Luca Gori della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, il vicedirettore di Welforum, Gianfranco Marocchi, il presidente di Assifero, Felice Scalvini, e il presidente di Labsus, Gregorio Arena.

Riflessioni a margine del primo convegno organizzato sul tema 

L’instant book, “Terzo settore e PA: la svolta della Corte costituzionale“, è aperto dalla prefazione della giudice costituzionale, nonché professoressa all’Università di Trento, Daria de Pretis, che fornisce un prezioso inquadramento della pronuncia, a partire dalla questione posta alla Consulta e relativa alla presunta illegittimità della legislazione regionale umbra sulle cooperative di comunità.
Dalla presentazione che ne fa il sito dell’Euricse, si legge che «il primo contributo ripercorre i passaggi normativi e i momenti salienti che hanno anticipato la sentenza della Corte. È firmato da Gianfranco Marocchi e riprende un saggio pubblicato anche sulla rivista ‘Impresa Sociale’. Il presidente di Euricse, Carlo Borzaga, si concentra invece sui fondamenti economici della pronuncia, mentre Paola Iamiceli evidenzia il ruolo del diritto privato nella disciplina degli enti del Terzo settore. La riflessione di Luca Gori è dedicata al ruolo di primo piano che gli enti del non profit svolgono nell’attuazione dei dettati costituzionali. L’intervento successivo di Silvia Pellizzarisi concentra sugli istituti di diritto amministrativo applicabili alla coprogrammazione e coprogettazioneFelice Scalvini si sofferma poi sul vero senso del “fare insieme” che sta a fondamento dell’articolo 55 del Codice del terzo settore. Le conclusioni dell’instant book sono state affidate a Gregorio Arena, autore della prima riflessione scientifica sui caratteri dell’amministrazione condivisa richiamata anche dalla Corte costituzionale, il quale ha fornito importanti spunti operativi per l’applicazione dell’articolo 55».

https://www.labsus.org/2020/12/terzo-settore-e-pa-limpatto-della-sentenza-della-corte-costituzionale/

10 dicembre, 2020

CoVid 19 e plastica - il problema è serio davvero

 da Il Tascabile.com

Nel 2017 è stato un colpo al cuore, per molti, scoprire da una ricerca pubblicata su Science Advance che siamo riusciti a riciclare appena il 9% dei rifiuti di plastica prodotti nel mondo. Un altro 12% è stato incenerito, spesso liberando fumi tossici. Il resto – quasi l’80% – è finito in discariche di ogni genere o, peggio, direttamente nell’ambiente.

 

 

Negli oceani, dove ogni anno si riversano tra 4,8 e 12,7 milioni di tonnellate di plastica, i frammenti più piccoli sono scambiati per cibo dai pesci e si trovano addirittura nello zooplancton. Non potendo essere digeriti, risalgono quindi la catena alimentare e finiscono per accumularsi negli organismi che si trovano al vertice, esseri umani compresi.

Per di più, la plastica è presente in tracce anche nell’acqua che beviamo e nell’aria che respiriamo. Secondo una ricerca commissionata dal WWF all’Università di Newcastle (Australia), attraverso l’acqua ingeriamo circa 5 grammi di plastica a settimana, l’equivalente di una carta di credito. Quel che fa dentro i nostri corpi ancora non è dato sapere, per ora non si può escludere che possa diventare un veicolo di trasmissione per batteri e sostanze tossiche: ai frammenti di plastica si possono infatti legare agenti patogeni, metalli pesanti e composti sintetici pericolosi.

 


Sfruttando la pandemia di COVID-19, nei mesi scorsi le lobby della plastica non hanno perso l’occasione per invocare la revoca di ogni tassa e divieto sul monouso in procinto di entrare in vigore negli Stati Uniti, in Europa e in molti altri Paesi del mondo. Finora hanno collezionato qualche successo – in Italia l’introduzione della plastic tax è slittata al luglio 2021 – senza però riuscire a invertire la tendenza verso una progressiva regolamentazione. 


Per il momento il settore si può consolare con il boom di richieste per mascherine e altri dispositivi di protezione contro il contagio. 


Ma la battaglia si prospetta ancora lunga e dall’esito incerto.

 





01 dicembre, 2020

I comportamenti reciprocanti – Salute bene comune – SSN bene comune

Comune è il bene che non è escludibile ma è rivale nel consumo ed è tale che il vantaggio che ciascuno trae dal suo uso non è separabile da quello che altri pure traggono da esso. In altro modo, il beneficio che il singolo fruitore ricava dal bene comune avviene assieme a quello degli altri, non già contro (come accade col bene privato) e neppure a prescindere (come accade col bene pubblico). Contrasta dunque il bene comune sia il comportamento dell’opportunista (del free-rider) sia dell’altruista puro (quello di chi annulla sé stesso per recare vantaggio all’altro). Cosa favorisce, invece, il bene comune? Il comportamento reciprocante che dà senza perdere e riceve senza togliere. (…)

La più recente e accreditata ricerca in ambito socioeconomico ha persuasivamente mostrato che mentre nel caso dei beni privati l’applicazione intelligente del principio dello scambio di equivalenti è tutto quanto serve alla bisogna, e mentre per risolvere il problema dei beni pubblici si può pensare di servirsi di una qualche variante della mutua coercizione – una sorta di Leviatano burocratico -, quando si ha a che fare con i beni comuni è inevitabile il ricorso al principio di reciprocità.” (Stefano ZamagniPrudenza, Il Mulino, 2015.)

 


L'era dei beni comuni. Contro gli altri, a prescindere dagli altri, assieme agli altri  

di Marinella De Simone

 

Il bene comune è fondato sull’interdipendenza delle relazioni. Ciò che tu fai non può non avere effetti su di me, e viceversa … Poiché nell’utilizzo dei beni comuni non possiamo ritenerci separati dagli altri ed il nostro comportamento determina a cascata quello degli altri, se ci comportiamo perseguendo solo il nostro beneficio, lo stesso faranno gli altri, innescando un circolo vizioso auto-distruttivo.


https://www.complexityinstitute.it/lera-dei-beni-comuni/

Agricoltura sostenibile