Tante volte nel corso di questa terribile pandemia abbiamo sentito invocare il Territorio, i MMG, i PLS. Il maggiore coinvolgimento dei colleghi passa sicuramente attraverso la necessaria revisione degli accordi per attualizzarli e renderli più coerenti ad un complessivo disegno di sanità pubblica.
La medicina di territorio però non può essere solo questo. La medicina di territorio è medicina di prossimità, per definizione è intersettoriale. Non deve avere un solo attore protagonista. La medicina di territorio deve avere i suoi luoghi (le Case della Salute), le sue procedure, i suoi standard. La medicina di territorio lavora per percorsi di cura integrati, multidisciplinari e multiprofessionali.
I professionisti sono adeguatamente formati per la medicina di territorio?
Le tecnologiche (complessivamente intese) sono sicuramente insufficienti, ma se ne conosce con accettabile approssimazione, il reale fabbisogno?
Siamo in grado di attuare una progettazione condivisa, intersettoriale, che si realizzi attraverso l'uso di budget differenti (diverse fonti di finanziamento)?
Il modello organizzativo normato è ancora attuale?
La medicina di territorio è One Health, o non è.
Un punto di vista ...
https://www.dors.it/documentazione/testo/202005/oms_arti_ita.pdf
La crisi globale legata a Covid19 ha messo in evidenza il contributo centrale della Cultura e delle Arti alla nostra salute mentale e alla nostra capacità di coesione sociale, in una parola alla fioritura umana individuale e collettiva. Lo scenario è quello di una società che deve affrontare una sorta di disordine post-traumatico da stress, in cui gli enormi costi sociali della crisi toccano diverse dimensioni sociali e politiche.
Il CCW -Cultural* Welfare Center- nasce come risposta alla crisi pandemica, da dieci professionisti di diverse aree disciplinari che, nell’ambito di altrettante istituzioni, cooperano a geometria variabile dagli inizi del millennio nella ricerca-azione sul terreno pionieristico per l’Italia dell’alleanza strategica tra Cultura e Salute per un futuro sostenibile.
La decisione di mettere a sistema le migliori competenze in questo momento storico, chiamando a raccolta altri esperti in una knowledge community, per creare un ecosistema di dialogo, deriva dalla consapevolezza che le Arti e la Cultura sono importanti risorse per la costruzione di salute nella dimensione della cura, delle medical humanities, della promozione della salute e per lo sviluppo di equità e di qualità sociale.
Questa grande crisi mette in gioco la coesione sociale, la salute biopsicosciale delle comunità, in un senso profondo ed è urgente lavorare a una nuova idea di welfare in cui le Arti e la Cultura possano dare un rilevante contribuito per la ripartenza del Paese. Coinvolgendo attori e portatori di interesse pubblici e privati, lavorando in un’ottica multidisciplinare, multilivello e intersettoriale, per garantire impatto sociale e nutrire le politiche.
La pubblicazione in lingua italiana del rapporto OMS (2019), in collaborazione con DORS, il Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute, costituisce la prima azione del CCW che intende condividere con comunità di pratiche, organizzazioni e operatori socio-sanitari-assistenziali ed educativi, studiosi e policy makers, la più recente ed ampia ricerca mai effettuata sull’impatto delle Arti sul benessere e la Salute delle popolazioni sia nella dimensione della promozione e prevenzione che quella del trattamento e della cura.
* cultural studies: scuola e corrente sociologica indirizzata alla studio dei fenomeni culturali e sociali contemporanei secondo una prospettiva critica. Studi caratterizzati da una forte vocazione alla multidisciplinarietà
Tenere in considerazione la natura intersettoriale degli ambiti dell’arte e della salute:
rafforzando strutture e meccanismi per la collaborazione tra i settori della cultura, del sociale e della sanità, per esempio introducendo il co-finanziamento di programmi da parte di budget differenti,
considerando l’introduzione o il potenziamento di modalità di prescrizione ai pazienti di attività artistiche dai settori della sanità e dell’assistenza sociale, per esempio attraverso l’uso di prescrizioni per attività sociali,
favorendo l’inclusione delle arti e degli approcci formativi umanistici nell’ambito della formazione degli operatori sanitari e della cura per migliorare le loro abilità cliniche, personali e comunicative.
Mi sembra un approccio molto interessante. Sarei interessata a seguire l'evoluzione del progetto
RispondiEliminaAnche io la ritengo un proposta innovativa, un punto di vista "altro" che può stimolare una crescita non solo negli operatori sanitari ma anche nell'utenza; "la cultura come risorsa di salute" l'impatto delle arti sul benessere, sulla salute e sulla prevenzione attraverso la creazione/diffusione/partecipazione a varie forme di espressioni artistiche APPROFONDIAMO
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