23 novembre, 2020

Difetto di leadership. Eccesso di leadership

In questi giorni sto leggendo "Teoria U, i fondamentali. Principi e applicazioni" di C. Otto Scharmer - 2018 Guerini Next editore*. Un testo di non immediata lettura, che al momento mi ha particolarmente attratto su due questioni. 

La prima riguarda una visione, una ridefinizione della leadership, che possiamo definire come diffusa. Diffusa in quanto non residente in una persona ma in più soggetti operanti in un determinato contesto. Contesto tanto ampio fino a poter coincidere con la Comunità. Ciò che lega i soggetti è un interesse comune. Un reciproco vantaggio. Un vantaggio che non soddisfa un singolo ma la comunità. Ognuno vede e persegue il suo vantaggio. (Gruppi di stakeholder, che hanno bisogno gli uni degli altri per cambiare il sistema, di passare dal me al noi, vale a dire da una consapevolezza ego-sistemica a una consapevolezza eco-sistemica -  Scharmer auspica il passaggio da un vecchio “ego-sistema”, incentrato esclusivamente sul benessere egoistico, a un “eco-sistema”, in grado di occuparsi del benessere di tutti)

La seconda questione che ha catturato il mio interesse è legata alla pratica degli  interventi nella comunità. La grammatica dei campi sociali. "Dalla fisica sappiamo che un materiale altera il suo comportamento quando passa da uno stato all'altro. L’acqua, per esempio, al di sotto dello zero termico si congela e diventa ghiaccio. Se aggiungiamo calore finché la temperatura supera lo zero il ghiaccio fonde e l’acqua torna liquida. Se continuiamo ad aggiungere calore finché la temperatura supera 100° C, l’acqua passa allo stato gassoso e diventa vapore. In tutti e tre gli stati le molecole d’acqua sono le stesse (H2O), ma la materia si comporta molto diversamente nei tre casi. La stessa cosa può dirsi per altri materiali. Le molecole sono le stesse, il loro comportamento può variare. Nel campo sociale assistiamo a qualcosa di simile. Quando un gruppo o un sistema passa da un modello di comportamento collettivo a un altro (diciamo dall’absencing al presencing), gli individui nel sistema sono gli stessi, ma le connessioni fra loro cambiano radicalmente. Ciò significa che sia il gruppo sia i suoi membri non sono più gli stessi di prima. Osserviamo in quale modo questi modelli di interazione si modificano da uno stato all’altro. Se Bill O’Brien ha ragione quando afferma che il successo di un intervento dipende dalla condizione interiore di chi interviene, allora la leadership è la capacità di spostare il luogo interno da cui operiamo".

Anni fa all'Università di Perugia ho preso confidenza con un'idea, una metodologia, una pratica (poca) che mette in essere una serie di attività di osservazione e di studio sui bisogni sociali e di salute di un determinato territorio. Il fine è quello di programmare idonei servizi e quindi, attraverso questi, perseguendo attivamente partecipazione e condivisione, promuovere salute (Diagnosi di comunità). 

La metodologia prevede l'individuazione di tutti gli stakeholder attivi nel territorio, non solo quelli istituzionali come ASL, EE.LL., rappresentanti dei cittadini, ma anche soggetti appartenenti al mondo del lavoro, della formazione professionale, del privato sociale, della comunicazione. 

La Teoria U, in particolare per quanto riguarda la ridefinizione della leadership negli interventi di comunità, insieme alle conoscenze strutturate ricavabili, attraverso programmi di ricerca intervento finalizzati alla Diagnosi di comunità, possono dare utili indicazioni operative per un diverso sviluppo della medicina di territorio e della promozione della salute. Le Case della Salute che a tutt'oggi hanno avuto un incerto ruolo, possono essere il luogo di incontro e di confronto generativo. I sistemi sociali, che sono principalmente sistemi comunicativi che trattano non solo informazione ma anche senso (Luhmann, 1973; Musso, 2008) possono condividere un linguaggio che crei certezza. Il linguaggio con il suo potere di nominare il mondo e di generare senso (condiviso) costituisce il primo e più importante luogo di “certificazione” della realtà. 

Secondo Scharmer il percorso per la creazione di un Campo sociale generativo prevede 5 tappe:

  1. co-iniziare, svelare l’intenzione condivisa, costruire un primo contenitore; 
  2. co-percepire, vedere la realtà dai margini del sistema, stabilire una connessione orizzontale;  
  3. co-presencing, connettersi al vostro più alto potenziale futuro, stabilire una connessione verticale; 
  4. co-creare, prototipare per imparare dal fare, portare il nuovo nella realtà; 
  5. co-modellare, incarnare e istituzionalizzare il nuovo, far evolvere l’eco-sistema più ampio. 
Le prime due tappe del percorso per la creazione di un Campo sociale generativo hanno a che fare con la percezione, che deve passare da individuale a condivisa, e con la spontanea creatività. Fasi evidentemente fortemente critiche, quindi sarà necessario affrontarle con una solida metodologia ma anche attraverso la più opportuna selezione dei partecipanti. Motivati, competenti, capaci di esercitare l'ascolto. Capaci di individuare l'altro come una reale risorsa e non come uno strumento da utilizzare per il proprio fine. 

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* vedi anche a cura di Ugo Perugini (6 Settembre 2018): https://www.leadershipmanagementmagazine.com/articoli/otto-scharmer-trasformare-la-societa-con-la-teoria-u





3 commenti:

  1. Portinerie aperte e le relazioni si rilanciano

    https://www.labsus.org/2020/11/portinerie-aperte-e-le-relazioni-si-rilanciano/

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  2. Molto interessante Mario, insieme a Roveeto lo scorso anno, abbiamo proposto un corso di formazione in Azienda che arrivava proprio al concetto di U therapy. Un abbraccio

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grazie per interessamento

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