#La scuola di servizio civico
Roma esige un salto di qualità nel servizio pubblico: nel livello politico-amministrativo, come in quello tecnico-amministrativo e gestionale. Scontento e sfiducia marciano assieme, nella popolazione. Questo è inammissibile e non sostenibile, a lungo, per una Città che ha caratteri e compiti universali, e nella quale oggi la cittadinanza non vede assicurati livelli di servizi decenti in troppe aree della convivenza civile organizzata. La competizione, inevitabile, con altre metropoli del mondo e città italiane non può svolgersi su queste basi precarie, pena l’aggravamento del declino economico e sociale della Capitale e della qualità della vita per i suoi abitanti (e per i visitatori).
Il primo proponente di questa iniziativa, Francesco Rutelli, ha ricevuto varie sollecitazioni ad un rinnovato impegno per la Città. (da La Repubblica del 26.01.2020)
Il primo proponente di questa iniziativa, Francesco Rutelli, ha ricevuto varie sollecitazioni ad un rinnovato impegno per la Città. (da La Repubblica del 26.01.2020)
Proposta interessante che mette in evidenza come troppo spesso i Servizi, i servizi pubblici soprattutto, soffrano anche a causa di una limitata esperienza dei dirigenti chiamati a gestire organizzazioni complesse che svolgono attività a favore della comunità.
Molte volte mi è capitato di ascoltare commenti di cittadini e professionisti che mettono in evidenza la limitata esperienza di amministratori pubblici.
Un ulteriore stimolo alla riflessione ce la offre Macron che, in contrapposizione a quanto da me affermato, decide di chiudere l'ENA la scuola più famosa e antica per la formazione delle classi dirigenti.
A chi come me, ha una opinione diversa da quella di Macron, stimolato dalla notizia apparsa su La Repubblica, propongo una prima riflessione partendo dalla riconosciuta necessità di creare un nuovo, originale, specifico canale formativo per i futuri amministratori della cosa pubblica. Un nuovo canale formativo capace di essere performativo e capace di esprimere valori. E' evidente che la formazione della futura classe dirigente che andrà a fornire le sue competenze sia a livello politico-amministrativo che tecnico-amministrativo e gestionale deve esprimere valori. Valori che vanno definiti, esplicitati, ovviamente condivisi.
A chi come me, ha una opinione diversa da quella di Macron, stimolato dalla notizia apparsa su La Repubblica, propongo una prima riflessione partendo dalla riconosciuta necessità di creare un nuovo, originale, specifico canale formativo per i futuri amministratori della cosa pubblica. Un nuovo canale formativo capace di essere performativo e capace di esprimere valori. E' evidente che la formazione della futura classe dirigente che andrà a fornire le sue competenze sia a livello politico-amministrativo che tecnico-amministrativo e gestionale deve esprimere valori. Valori che vanno definiti, esplicitati, ovviamente condivisi.
Quali valori deve esprimere un percorso formativo con questi obiettivi ? Evidentemente una particolare attenzione deve essere dedicata ai valori di salvaguardia e sviluppo dei beni comuni.
La Salute è il bene comune al di sopra di tutti, forse anche della pace e della sicurezza, in quanto bene per definizione capacitante.
A questo riguardo va segnalata la mancanza del tema salute nella presentazione della Scuola di servizio civico e da questo sono stato stimolato a fare queste brevi considerazioni.
Ecco su questa mancanza, grave mancanza, mi piacerebbe avviare una prima riflessione. Come è possibile ? Dopo 40 anni di Servizio Sanitario è ancora necessario ragionare su Salute Bene Comune.
Una seconda riflessione la voglio proporre a proposito dell'affermato chiaro presupposto (vedi presentazione Scuola di servizio civico): chiunque governerà Roma (o comunque Ente di pubblica utilità, credo si possa affermare) non potrà essere una persona sola al comando.
L'affermazione di questo presupposto porta con se la necessità di focalizzare l'attenzione su diversi aspetti metodologici:
Leadership e non leader, leadership diffusa tra le diverse competenze agite. Non solo technical skills ma obbligatoriamente soft skills, anzi soprattutto soft skills. Metodologia didattica appropriata per lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze. Quindi metodologie didattiche difficilmente riconducibili solo alle tecniche d'aula. E la formazione on de job e/o la formazione sul campo attraverso tirocini e stage ? Tutto questo da declinare coerentemente ai valori esplicitati. Anche questo un lavoro da fare a partire dalla progettazione formativa, progettazione coerente ai valori, metodologie didattiche coerenti alle competenze da sviluppare. Poi i docenti ...
Buon lavoro Francesco Rutelli ce la puoi fare.
mario ronchetti
La Salute è il bene comune al di sopra di tutti, forse anche della pace e della sicurezza, in quanto bene per definizione capacitante.
A questo riguardo va segnalata la mancanza del tema salute nella presentazione della Scuola di servizio civico e da questo sono stato stimolato a fare queste brevi considerazioni.
Ecco su questa mancanza, grave mancanza, mi piacerebbe avviare una prima riflessione. Come è possibile ? Dopo 40 anni di Servizio Sanitario è ancora necessario ragionare su Salute Bene Comune.
Una seconda riflessione la voglio proporre a proposito dell'affermato chiaro presupposto (vedi presentazione Scuola di servizio civico): chiunque governerà Roma (o comunque Ente di pubblica utilità, credo si possa affermare) non potrà essere una persona sola al comando.
L'affermazione di questo presupposto porta con se la necessità di focalizzare l'attenzione su diversi aspetti metodologici:
Leadership e non leader, leadership diffusa tra le diverse competenze agite. Non solo technical skills ma obbligatoriamente soft skills, anzi soprattutto soft skills. Metodologia didattica appropriata per lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze. Quindi metodologie didattiche difficilmente riconducibili solo alle tecniche d'aula. E la formazione on de job e/o la formazione sul campo attraverso tirocini e stage ? Tutto questo da declinare coerentemente ai valori esplicitati. Anche questo un lavoro da fare a partire dalla progettazione formativa, progettazione coerente ai valori, metodologie didattiche coerenti alle competenze da sviluppare. Poi i docenti ...
Buon lavoro Francesco Rutelli ce la puoi fare.
mario ronchetti
(vedi da Wikipedia) L'École nationale d'administration (ENA) è stata istituita il 9 ottobre 1945[1] dal Governo provvisorio della Repubblica Francese, allora presieduto dal generale de Gaulle per garantire la formazione di una nuova classe dirigente per la neonata repubblica in seguito alla sconfitta del regime collaborazionista di Vichy. La decisione era stata preparata da una commissione di riforma della pubblica amministrazione, guidata da Maurice Thorez, vicepresidente del consiglio e segretario del Partito Comunista Francese. Protagonista della sua creazione fu il ministro Michel Debré, maître des requêtes al Consiglio di Stato, ne fu l'animatore della fondazione della scuola e ne fu provvisoriamente il direttore. L'obiettivo era di creare una classe amministrativa unitaria tramite un concorso unico, affermando quindi il principio meritocratico contro quello clientelare e/o di cooptazione.
Come è possibile?
RispondiEliminaHo letto anche io la presentazione della Scuola di Servizio Civico ed effettivamente non si parla di salute né di sanità, ma esiste il campo “servizi sociali e alla persona” e “ambiente” che sì, possono comprendere l’ambito della salute, ma in modo generico e poco incisivo.
Mancano anche quei concetti che adesso vanno molto studiati e coltivati e cioè la “promozione della salute” e la responsabilizzazione e partecipazione attiva del cittadino alle politiche di governo della città.
In sostanza in una città del futuro (anche se già in alcuni piccoli centri questo avviene) sarebbe da approfondire il ruolo di sussidiarietà che le persone possono acquisire nel supporto al servizio pubblico per il miglioramento dei servizi stessi ed in particolare per condividere interventi a protezione della propria salute.
Perché questa carenza? io non so la risposta … ma forse in questi anni si è posta l’attenzione molto più sull’efficacia ed efficienza dei processi sanitari che sullo sviluppo di quelle competenze relazionali (soft skills) che possono rendere i suddetti processi, i protocolli e le procedure più vicini al sentire e alla comprensione del cittadino/utente/paziente.
Concordo al 100% che in una Scuola di Servizio Civico che ha come obiettivo quello di creare una città più a misura dei bisogni e delle aspettative dei cittadini, sarà obbligatorio orientare la formazione verso l’acquisizione di competenze che vadano aldilà della pura tecnica e che utilizzino metodologie formative di tipo esperenziale e generativo (vedi approfondimento sottostante) rivolte non solo alla classe dirigente, ma anche al personale che deve gestire e governare la “cosa pubblica”.
APPROFONDIMENTO
Formazione Generativa e Formazione Esperenziale
“A cosa serve oggi la formazione e quale formazione serve? Mai come in questo tempo vengono poste alle persone delle sfide che impongono loro una profonda flessibilità e la formazione non può più limitarsi solo ad accompagnare i manager e i professionisti nelle trasformazioni interne ed esterne al mercato e all'organizzazione.
Occorre quindi una formazione generativa/esperienziale, che generi empowerment e sia capace da un lato di aprire possibilità innovative alle persone cui si rivolge, dall'altro di stimolare e rafforzare il loro desiderio di costruire e condividere obiettivi e valori con il proprio gruppo- basata sull’esperienza diretta e su casi concreti.
La formazione deve incidere sulla capacità e il desiderio non più di solo “adattamento” e passiva recezione delle novità, ma deve avere come obiettivo una elaborazione interna e condivisa dei valori della società e degli individui; deve essere portatrice di benessere oltre che di sviluppo e deve orientare anche alla valorizzazione del potenziale delle persone e alla loro crescita armonica.
È una formazione che, oltre a rafforzare le competenze, si rivolge alla loro domanda di significato, alle loro esigenze di motivazioni più profonde e di bisogni all’interno della loro specifica realtà (liberamente tratto dal testo “La formazione generativa un nuovo approccio all’apprendimento e al benessere delle persone e delle organizzazioni” - Stefano Gheno 2010 -)